Questa domenica è la quarta domenica di preparazione al digiuno e conclude questo periodo di preparazione. È l'ultimo giorno, poiché a partire da lunedì entriamo nel digiuno vero e proprio. Questa domenica è chiamata "Domenica del formaggio" o "Bianchezza", perché la tradizione della chiesa richiede l'astensione dal latte, dal burro chiarificato e dal formaggio immediatamente dopo questo giorno.
Il sabato che precede questa domenica è dedicato alla memoria dei santi e delle sante che si impegnarono nella vita ascetica. Li salutiamo sulla soglia del digiuno, come ispiratori e intercessori nell'arduo cammino del pentimento.
La lettera di san Paolo ai Romani (13,11-14,1-4), recitata nella Messa di questa domenica, ci esorta a uscire dalle tenebre, a rivestire l'armatura della luce e a camminare in piena luce del giorno, fuggendo dalla ubriachezza, fornicazione e desideri della carne. Paolo collega questo argomento del corpo al tema del digiuno. Alcune persone credono di avere il diritto di mangiare tutto, mentre altre mangiano solo legumi. Chi mangia non disprezzi chi non mangia, né chi non mangia giudichi chi mangia. Chi sei tu per condannare un altro essere umano? Tu, te stesso e quest'altro, siete soggetti allo stesso maestro.
Il Vangelo della Divina Liturgia, tratto da san Matteo (6,14-21), inizia con il comandamento del perdono: (Se voi perdonerete agli uomini i loro peccati, il Padre vostro celeste vi perdonerà; ma se voi non perdonerete agli uomini, i vostri peccati Il Padre non perdonerà i tuoi peccati.) La scelta da parte della Chiesa di questa frase per iniziare il vangelo di oggi dimostra che essa vuole fare del perdono l'idea dominante di questa domenica (6). È vero che tutto il resto del vangelo di oggi parla del digiuno, ma la lettera di significato che in greco collega i versetti sul digiuno con i versetti sul perdono sembra porre i primi versetti in una posizione di sottomissione rispetto ai versetti successivi. Il Signore Gesù consiglia a coloro che digiunano di non accigliarsi e accigliarsi, come fanno gli ipocriti, per mostrare alle persone che stanno digiunando. Quanto a te, se digiuni, ungi il tuo capo e lavati la faccia. Il Padre che vede nel segreto vi ricompenserà apertamente. Lascia che il tuo tesoro e il tuo cuore siano non sulla terra, ma in cielo.
I canti delle preghiere della Sera e del Mattutino paragonano la beatitudine del Paradiso alla miserabile condizione dell'uomo dopo la Caduta. Ma Mosè purificò i suoi occhi col digiuno e li rese degni della visione divina. Allo stesso modo il nostro digiuno, che dura quaranta giorni come quello di Mosè, ci aiuti a frenare i desideri della carne (ascendere con leggerezza verso la via del cielo). Notiamo questa parola: (leggermente). Il nostro pentimento non dovrebbe essere qualcosa di pesante. Dobbiamo passare questo digiuno in modo leggero che ci faccia, in un certo senso, sviluppare una connessione con gli angeli.
(6) Nella Russia ortodossa, questa domenica era chiamata domenica del perdono. L'usanza russa prevede che ognuno, in questo giorno, chieda perdono a coloro che potrebbe aver offeso.